Massimo Battista entrò all’ILVA di Taranto nel 1998. Diventato RLS e delegato Fiom cominciò a collezionare provvedimenti disciplinari a causa delle sue denunce sulla mancanza di sicurezza nell’acciaieria.
Insieme ad altri colleghi venne licenziato il 7 luglio del 2005 per aver diffuso un comunicato di sciopero sulla mancanza di sicurezza nello stabilimento. Nel 2007 il giudice dispose il reintegro, e nello stesso anno Battista si dimise dal sindacato, perché “non lo rappresentava più”.
Da allora, una volta venuta a mancare la copertura sindacale, è stato spedito dall’azienda a “contare le barche che passano”, come gli dissero i suoi capi quando gli indicarono il nuovo posto di lavoro. Venne confinato alla Lega navale, una struttura lontana dallo stabilimento adibita a dopolavoro, dove Battista non ha nessuna mansione (come ai tempi della palazzina Laf !).
Massimo non si scoraggia e promuove assieme ad altri la nascita del “Comitato Cittadini e Lavoratori liberi e pensanti”. Attualmente ha presentato denuncia per mobbing.
Giuseppe Giusto, Conta le barche. La vera storia di Massimo Battista, 2012.